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Banfi, una vita al servizio della città

Pubblicato: 04-11-2023
Banfi, una  vita al servizio della città

Giuliano Banfi era prima di tutto un socialista. E lo è stato per tutta la sua vita, nella professione, così come nell’impegno politico e civile. È stato socialista in quanto sincero e convinto antifascista. Lo è stato nella difesa dei valori di giustizia e nella lotta per i diritti. Lo è stato nella sua convinta e appassionata condanna delle guerre e della cultura della guerra, che aveva, anche se indirettamente, conosciuto sulla propria pelle. La guerra che aveva colpito così duramente la sua famiglia. Giuliano Banfi era un socialista gentile e leale. Esponente di quella Milano socialista, che aveva consentito a Milano di crescere come città aperta e solidale, città simbolo del socialismo democratico italiano.

È dentro questa tradizione che Giuliano Banfi, che ho avuto la fortuna di conoscere bene, di essergli amico e compagno di tante battaglie, e con il quale abbiamo condiviso un tratto importante della vita del Partito Socialista Italiano tra gli anni ’70 e ’90, ha fatto fin da giovane le sue principali scelte politiche. La prima, forse la più importante, quella di dedicare la propria competenza professionale di architetto e urbanista non tanto alla libera professione quanto al lavoro nelle istituzioni, sia come funzionario pubblico sia come amministratore. Al servizio della città e del suo territorio, del comune, della provincia e della regione. Al servizio del sistema pubblico, quindi al servizio di tutti.

Lui come molti di noi “urbanisti condotti”, impegnati a curare i mali della città, a conservarla nei suoi aspetti migliori, combattendo le spinte privatistiche, che sono sempre pronte a indebolire l’interesse generale e ad impoverire il tessuto urbano e sociale della città. Contemporaneamente la ricerca di modelli istituzionali più adatti ad una gestione urbanistica più efficace e più partecipata della collettività e delle istituzioni stesse. Da qui il suo impegno fino al 2000 come dirigente del Coordinamento del Territorio della direzione Urbanistica della Regione Lombardia. Gli anni in cui Banfi studia nuovi modelli istituzionali e gestionali, per una diversa modalità di pianificazione e programmazione urbanistica alla scala sovracomunale che poi prenderanno forma nella legge istitutiva dei comprensori, poi successivamente abrogata. Parallelamente sono gli anni in cui Giuliano Banfi è consigliere socialista della Provincia di Milano nel 1975, poi consigliere comunale di Milano dal 1980 al 1993. E quasi ininterrottamente Assessore prima al Demanio, poi all’Ecologia e poi al Commercio. Di questo periodo chi ha avuto modo di essergli vicino ricordano il suo impegno tenace e innovativo.

Il grande rapporto di stima e di collaborazione che aveva con i funzionari e i dirigenti dell’Amministrazione comunale, ai quali riconosceva non solo l’importanza ed il valore che essi potevano meritare, ma anche la necessità di preservare questo patrimonio di conoscenza ed esperienza al servizio di tutta la comunità. Depositari della memoria storica e della continuità amministrativa. Banfi amministrò con concretezza e lungimiranza. In proposito ricordo tra le tante, solo tre cose specifiche, a mio avviso assolutamente significative.

Come assessore al Demanio, Banfi è l’artefice dei volumi che rendono pubblico il censimento del patrimonio immobiliare comunale, affinché venga preservato e non alienato. Anzi perché venga salvaguardato e valorizzato. Scrive Banfi nell‘introduzione ad uno di questi volumi, distinti per Zona di decentramento, demandando a loro la cura di questo patrimonio che è di proprietà di tutti i cittadini: “L’Assessorato al Demanio con la pubblicazione dei cataloghi per zona delle proprietà comunali, intende proseguire nella sistematizzazione della documentazione relativa al patrimonio immobiliare del Comune di Milano e alla sua divulgazione, Oltre alla pubblicazione è programmato l’aggiornamento periodico della cartografia e dei cataloghi con l’obiettivo di affinare ed integrare le informazioni contenute nelle singole schede. Determinante sarà l’apporto di informazione e conoscenze che potranno fornire i Consigli di Zona, nuovi protagonisti della gestione del patrimonio comunale".Informare per partecipare. Non so se sia ancora così, e se sia ancora così viva questa carica di democrazia implicita in queste parole.

Come assessore all’Ecologia, ricordo personalmente l’alta considerazione che Banfi aveva del Servizio Parchi e giardini dell’amministrazione comunale e della bella realtà di Villa Lonati, con il suo importante vivaio…  e di quanto con questo servizio, non solo si potevano realizzare nuovi parchi, così come si fece, ma si poteva migliorare, estendere e sempre innovare per la qualità della vita e la bellezza della nostra città. Un settore a cui Giuliano teneva moltissimo.

Infine, Tante sono state le iniziative di Banfi come Assessore al Commercio per qualificare il commercio di vicinato. Lo ha ricordato recentemente lui stesso, quando un amico gli ha mostrato via whatsapp una autorizzazione del 1988 riguardante un negozio di corso di Porta Ticinese. Banfi risponde così: “Che meraviglia aver conservato questa autorizzazione. Comunque, le cose più importanti che credo di aver fatto riguardavano una maggiore flessibilità degli orari rispetto alla localizzazione dei singoli esercizi (vendere in Montenapoleone è diverso che alla Barona) e ho consentito che il macellaio potesse vendere il vino da accompagnare col brasato e che i fruttivendoli esponessero i loro prodotti colorati sui marciapiedi. Ciò ha scardinato la grigia omogeneità del dirigismo tutelatorio, per previlegiare invece l’intelligenza imprenditoriale dei negozianti.”

Sono questi solo tre piccoli esempi di un grande impegno civile e politico, dentro il grande filone del socialismo municipale che lo ha sempre ispirato. Il riformismo socialista di sinistra che aveva consentito a Banfi con intelligenza e autonomia di essere un dirigente politico del Psi milanese, militante della corrente lombardiana prima e achilliana dopo, per un’affermazione sempre più forte del socialismo italiano ed europeo.

Ciao Giuliano.

Roberto Biscardini

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