Un insensato bagno di sangue: la difesa dal terrorismo non dà diritto alla rappresaglia

In un precedente articolo su Gaza (non riesco a pensare ad altro) mi ero chiesto perché Hamas avesse non solo perpetrato un massacro, ivi comprese donne e bambini , ma lo avesse anche filmato in corso d’opera diffondendone poi le immagini, così che gli israeliani potessero vederle. Concludendo con il ritenere che non si trattasse di un atto bestiale, così come i suoi autori, ma di una offesa insanabile, anche per il suo carattere provocatorio, cui Israele avrebbe risposto con una vendetta, non solo contro la popolazione di Gaza ( di per sé colpevole di rappresentare uno scudo umano collettivo nei confronti di Hamas) ma anche della popolazione palestinese in generale: nei territori, a Gerusalemme, nelle carceri e, possibilmente all’interno di Israele; e che, fatto assolutamente nuovo, si disinteressasse del problema degli ostaggi, al punto di rifiutarsi di ricevere i loro familiari.
Tutto questo è puntualmente avvenuto.
Dopo di che le chiacchiere delle due parti stanno a zero. Se non peggio. Dire che Israele ha il diritto di difendersi non ha senso; aveva, semmai, il dovere di farlo e non lo ha assolto. Sostenere che alla base della reazione di Hamas ci fossero decenni di torti subiti è vero. Ma è anche vero che dopo il 7 ottobre questi aumenteranno a dismisura e con le flebili rimostranze di quelli che avevano il dovere di tutelarli. Riparlare di due popoli due stati è giusto; ma nella situazione attuale è puro “flatus vocis” volto ad ingannare i propri interlocutori e, in primo luogo, sé stessi. Perché il 7 ottobre ha ancora allontanato questa prospettiva. Mettersi, ancora, a dire che Israele ha il diritto di eliminare Hamas per poi fare la pace con gli altri è pura istigazione al reato. Per finire con gli appunti di Biden sul numero dei morti: atto di involontario negazionismo se non di normale idiozia.
A questo punto, le chiacchiere stanno a zero. Anche perché vengono dai tifosi. Non parlo di quelli di oggi ma degli spettatori dei “circenses” romani: pronti a urlare alla morte nei confronti degli avversari dei propri beniamini in attesa di accoltellarsi sugli spalti. E a considerare come tradimento qualsiasi tentativo di far cessare questo insensato bagno di sangue. E complicità con il nemico qualsiasi tentativo di mediazione.
A questo si tratta di scegliere. Volete che lo scontro tra due popoli si traduca anche in uno scontro tra Buoni e Cattivi su cui fare il tifo usando il computer come una mitraglietta? Ditelo; ma non vi lamentate se saremo tutti e anche voi a pagarne le conseguenze.
Pensate, invece, che compito degli uomini di buona volontà sia quello di fermarlo ? Fatelo; ma subito.
Tutto il resto è silenzio.
Alberto Benzoni
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