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Ballottaggi, si aggrava la fragilità del sistema politico

Pubblicato: 31-05-2023
Rubrica: Tempi Moderni
Ballottaggi, si aggrava la fragilità del sistema politico

E' il caso di ribadire alcuni punti fermi prendendo in considerazione il livello dei commenti e delle analisi che in queste ore si stanno leggendo in esito ai ballottaggi svolti il 28-29 maggio per l'elezione dei sindaci in diversi comuni sparsi per l'Italia e in particolare (come si riferisce di seguito in questo lavoro molto abborracciato e schematico) in 6 comuni capoluogo di provincia e 1 comune capoluogo di regione (anche se piccola e periferica come le Marche).

I risultati si possono leggere in 3 modi: a) come stanno facendo i grandi mezzi di comunicazione (e come stanno accettando le forze politiche) con il metodo "calcistico" di conteggiare i Sindaci conquistati alla stregua dei goal segnati. Si comprende come questo metodo segua l'accrescimento o la sottrazione di piccole fette di potere (anche rispetto alla mappa interna delle logiche di partito) ma difficilmente così si riesce a leggere l'insieme del procedere della vicenda politica; b) analizzare comune per comune discese e risalite delle candidature e delle diverse forze politiche, liste civiche, ecc. Si tratta di un metodo che può essere seguito soltanto attraverso una profonda conoscenza delle diverse realtà locali sotto l'aspetto economico, sociale, del contesto politico specifico, del valore delle candidature. Un'operazione che richiede sicuramente tempo e non mediocre capacità d'interpretazione; c) tentare (consapevoli di tutti i limiti del caso) di analizzare i dati secondo un metodo d'interpretazione complessiva in modo da fornire alle forze politiche interessate una prima chiave di lettura dei dati sfuggendo - appunto - alla mera logica ragionieristica evidenziata nel punto a).

Cercando di lavorare nei termini indicati dal punto c) si possono evincere queste prime indicazioni di carattere generale: 1) se colleghiamo la fragilità del sistema politico all'indicatore della partecipazione al voto appare evidente che questa fragilità persiste e avanza. Nessuna forza politica, in questi anni, è riuscita a invertire la tendenza: considerati i 13 comuni capoluogo impegnati in questa consultazione la percentuale dei voti validi è scesa dalle elezioni politiche 2022 a quelle comunali 2023 dal 65,19% al 56,02%. Nei 7 comuni capoluogo arrivati al ballottaggio in cui erano iscritti nelle liste 502.701 tra elettrici ed elettori al primo turno si erano espressi 281.370 voti validi (55,97%) scesi a 253.132 nel secondo (50,35%); 2) Il centro - destra si afferma evidenziando una maggiore compattezza in un quadro di capacità coalizionale corroborato dalla presenza partitica. Questo è un elemento da tenere in considerazione. Su 13 comuni capoluogo al voto al primo turno i simboli dei tre partiti maggiori della coalizione sono stati presenti ciascuno in conto proprio a sostegno del candidato-sindaco in 11 comuni su 13 (eccetto Imperia feudo di Scajola e Massa dove era presente soltanto il simbolo di FdI contornato da liste civiche). Un solo candidato - sindaco fuori dai due poli è arrivato al ballottaggio (vincendo): il discusso Bandecchi a Terni. 3) Nel centro - sinistra abbiamo registrato la presenza del simbolo del PD in tutti i 13 comuni ma con una varietà di presenze in coalizione: M5S con il proprio simbolo a Brindisi Latina,Teramo, Pisa AVS con il proprio simbolo a Imperia, Massa, Siena, Terni, Treviso (a Brescia presenti separati Verdi e Sinistra Italiana), Azione - Italia Viva ad Ancona. Il M5S ha presentato propri candidati sindaci ad Ancona, Brescia (in coalizione con UP e PCI), Imperia, Massa (in coalizione con Unione Popolare), Siena, Terni (in coalizione con UP e lista civica) , Treviso (in coalizione con Unione Popolare), Vicenza. 4) Tornando ai dati complessivi dei 7 comuni in ballottaggio si registra come i candidati - sindaci del centro-destra abbiano ottenuto 126.820 voti incrementando rispetto al primo turno di 20.961 suffragi mentre quelli del centro -sinistra ne hanno avuto 101.474 cioè 29 voti in più rispetto al primo turno. I sindaci non pervenuti al ballottaggio avevano raccolto complessivamente 60.419 voti.

A mio giudizio se intendiamo fornire un giudizio politico complessivo su questo esito elettorale non possiamo sfuggire a tre considerazioni: a) cresce comunque l'astensione; b) si definisce meglio il profilo bipolare che dal punto di vista del centro-destra accentua i termini di alleanza tra partiti; c) il PD perno della coalizione di centro-sinistra non riesce a presentarsi rispetto a due porzioni di elettorato come soggetto decisivo sul quale far poggiare una coalizione alternativa alla destra : quello del M5S (la parte residuale del voto 5 stelle passato dal turbine della volatilità estrema negli anni '13-'22) che evidentemente considera il PD partito dell'establishment. Un elettorato 5 stelle che ai propri candidati sindaci al primo turno aveva dato 9.624 voti. Eguale discorso per elettrici ed elettori di UP ormai evidentemente molto diversi da quella che era la base di Rifondazione Comunista e molto meno sensibile ai richiami unitari (nel primo turno - sempre riferendoci ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio) ai Sindaci presentati da Unione Popolare erano andati complessivamente 7.608 voti.

In conclusione una possibile lettura politica dei dati riferiti ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio ci indica non solo l'ovvia necessità di costruzione di alleanze ma anche quella (rispetto a porzioni di significativo elettorato) di lavorare per la definizione di un profilo spiccatamente alternativo. Si tenga presente, infine e ancora una volta, il tema astensionismo sicuramente non risolvibile da qui alle elezioni europee. Situazione che necessita quindi di un forte richiamo di identità per trattenere almeno l'elettorato residuo dalla tentazione di ulteriori fughe: un segnale unitario sul versante di sinistra potrebbe anche rappresentare un possibile punto di riferimento positivo.

Franco Astengo

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