Dopo il 16 marzo
Pubblicato: 28-03-2024
Le ragioni della nostra scommessa
Novant’anni fa, alla vigilia della guerra civile, Federico Garcia Lorca scrisse che la Spagna gli “causava dolore”. Lo stesso vale per noi socialisti con e soprattutto senza tessera, e per tutti coloro che si identificano con il bisogno di socialismo in Italia e nel mondo.
All’interno di un generale processo di regressione, stiamo assistendo alla rimessa in discussione di conquiste che ci apparivano acquisite una volta per sempre. Mentre mostri che sembravano scomparsi, come la guerra e la cultura della guerra, vengono richiamati strumentalmente e in modo irresponsabile. Senza suscitare efficaci reazioni.
A farci più male, in particolare qui, nel nostro paese, è però la scomparsa del socialismo. Liquidazione preventiva e consapevole per gli eredi del comunismo, passati armi e bagagli nel campo dei vincitori del I989 e, perciò, corresponsabili delle politiche nefaste della seconda repubblica. Abbandono totale dei socialisti, responsabili di non aver capito assolutamente nulla di ciò che stava accadendo, divisi tra bisogno di vendetta e bisogno di protezioni, sino alla perdita di qualsiasi identità. Accettando nel silenzio/assenso, la linea dei nuovi vertici secondo la quale il socialismo era contemporaneamente un relitto del passato e un riformismo passe-partout come punto di riferimento del futuro.
È in questo quadro che l’iniziativa di Critica Sociale - Un movimento PER IL SOCIALISMO del I6 marzo a Roma ha assunto i rischi ma anche il fascino di una scommessa. Nessuna indicazione politica o elettorale; al di là di quella di una radicale opposizione allo stato di cose presente. Ma anche nessun appello da firmare; ma un invito a lavorare insieme a noi, e in condizione di assoluta parità, per l’affermazione, insieme, di un movimento e di una nuova sensibilità socialista nel nostro paese.
Affermazione. Non nascita o creazione. La distinzione è importante. Perché riconosce l’esistenza, nel nostro paese, di una diffusa sofferenza sociale e morale, di una larga disponibilità a reagire al crescere delle diseguaglianze e di una generale ostilità alla guerra e alla cultura della guerra. Tuttora priva, peraltro, di un rapporto reale con la politica; anche perché quotidianamente vittima di messaggi ed eventi che alimentano la convinzione che tutto è possibile individualmente e nulla è possibile collettivamente.
A noi il compito di dimostrare il contrario. Ricordando, in primo luogo a noi stessi, che il socialismo è nato in risposta all’appello del mondo del lavoro. Per difenderlo. Per garantire la sua unità. E per garantirgli gli strumenti, culturali e politici, della sua emancipazione.
Il I6 marzo abbiamo verificato la disponibilità di amici e compagni, che vivono nella società, nel sindacato e nella politica, a costruire insieme la forma e i contenuti di una possibile alternativa socialista. La sintesi dell’incontro, nella sua qualità ma anche nei suoi limiti, ci spinge ad andare avanti. Per individuare linee alternative alle politiche economiche, istituzionali e sociali dell’attuale governo ma non solo. Per opporsi con efficacia alle guerre in atto e alle loro conseguenze; e fare, anche a partire dalle diverse realtà territoriali, della Pace, della democrazia e delle battaglie per il lavoro il punto riconoscibile della nostra azione.
Critica Sociale
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